Storia

Badia Polesine

Badia Polesine è territorio di confine con le province di Padova e Verona e qui sta una delle sue fortune perché occasione storica di confronto e perciò di sviluppo. Badia Polesine non è soltanto legata alla presenza dell’Abbazia di Santa Maria della Vangadizza e alla sua storica vocazione agricola, ma nel tempo ha dato spazio anche all’artigianato, al commercio e all’industria. Basti ricordare che già ai primi del 1200 viene autorizzata una zona destinata ai commercianti e artigiani veronesi: a ridosso dell’Adige nasce “Franchavilla Mercatorum”, poi diventato “Borgo Francavilla” dove sorsero i primi insediamenti abitativi e produttivi in destra Adigetto. Va ricordato che Badia Polesine è stato un importante porto fluviale lungo l’Adige, secondo alcuni il più importante dopo quello di Verona, e che qui, in Borgo San Nicolò (distrutto durante la seconda guerra mondiale nel tentativo di bombardare il ponte sull’Adige), si svolgevano attività legate alla marineria. Nell’Ottocento erano presenti significativi insediamenti industriali che si sono ampliati dopo l’unità d’Italia e l’arrivo della ferrovia. Nel secondo dopoguerra, soprattutto dagli anni ’60 e poi, in particolare dagli anni ’80 e ’90 lo sviluppo produttivo è stato rilevante. Le crisi sono state assorbite senza grandi contraccolpi perché la grande diversificazione delle attività produttive è stato e continua ad essere uno dei punti di forza dell’economia di Badia Polesine.